Dolore cronico definizione vs. trattamento

L’Italia  è  al  terzo  posto  in  Europa,  dopo  Norvegia  e  Belgio,  per  quanto  riguarda  la prevalenza  del  dolore  cronico  e  al  primo  posto  per  quanto  riguarda  la  prevalenza  del dolore cronico severo (Breivik et al., 2006, 2009). Più di un italiano su 4 soffre di dolore cronico e le dimensioni e la gravità del problema provano che il dolore cronico  è di per sé una malattia di notevole impatto sociale.

Si, hai letto bene, ma te lo ripeto, il dolore cronico è una malattia e non il sintomo di una malattia. Spesso, quasi sempre. E’ il sintomo di un tumore, di un’infezione, di un’operazione o di un’infiammazione. Ma nel 10% dei casi, dopo che il paziente si è ripreso da uno di questi casi, il dolore persiste, per mesi o per anni. Lo studio di Breivik del 2006 ha mostrato come normalmente la durata media della persistenza del dolore, in Europa, sia di circa 7 anni.

Circa il 60% dei pazienti con dolore cronico non è in grado, o lo è in maniera ridotta, di svolgere il proprio lavoro fuori da casa. Inoltre 2/3 di coloro che provano dolore soffrono di insonnia o disturbi del sonno e una percentuale variabile tra il 50 e il 60% soffre di depressione.

Cosa fare dunque?

Innanzitutto è possibile valutarlo per potersi poi indirizzare ad un trattamento, rivolgiti al tuo medico di fiducia e/o al centro di terapia del dolore a te più vicino.

A questo link è possibile trovare una guida, la cassetta di pronto soccorso per il dolore.

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