C’è relazione tra fibromialgia e depressione?

Il legame tra dolore cronico e depressione non è nuovo al contesto scientifico.

Una ricerca effettuata dai ricercatori della Facoltà di Medicina di Coimbra premiata a Madrid in occasione del 24° congresso europeo di psichiatria, ha studiato la relazione tra  fibromialgia  e  depressione. Lo studio mostra come l’impatto dei sintomi della fibromialgia incida su quelli depressivi attraverso un meccanismo di catastrofizzazione e pensieri negativi. Le persone che presentano maggiori sintomi tendono a chiudersi nel circolo vizioso delle strategie disadattive nel tentativo (disfunzionale!) di voler affrontare e risolvere questi sintomi.

Intitolato “Unraveling pathways to depression in fibromyalgia, the role of perseverative negative thinking and negative affect“, lo studio ha cercato, tra le altre cose, di conoscere il motivo per cui alcune persone con fibromialgia tendano ad essere maggiormente inclini alla depressione.

Lo studio ha coinvolto un campione di 103 donne con diagnosi di fibromialgia di età compresa tra 18 e 65 anni. Il lavoro è parte di un più ampio studio, coordinato da António Macedo e José António Pereira da Silva, il cui obiettivo principale è quello di verificare se la fibromialgia è diversa da altre malattie croniche per quanto riguarda alcuni tratti della personalità (come il perfezionismo) e i processi psicologici (come stili cognitivi, cioè, i modi abituali di pensare, di interpretare le situazioni, ecc.).

Ma cosa è la fibromialgia? una malattia cronica altamente invalidante caratterizzata da dolore  muscolo-scheletrico diffuso su tutto il corpo, di solito accompagnata da altri sintomi come disturbi del sonno, rigidità muscolare, ipersensibilità agli stimoli ambientali, ansia, depressione, deficit cognitivi e estrema stanchezza. Una diagnosi di fibromialgia debilita la qualità della vita non solo di chi ne soffre ma incide anche sul livello sociale e familiare del malato. In sostanza, l’eccessivo e ripetitivo pensiero negativo/rimuginativo su esperienze passate o preoccupazioni per il futuro crea una vasta gamma di disturbi psicologici e sembra essere coinvolto nel mantenimento di problemi emotivi e problematiche fisiche generali (psico-somatica!).

La mancanza di una approfondita conoscenza circa l’origine della malattia e l’esistenza di diversi sintomi che “fluttuano nel tempo” rendono ancora oggi il trattamento difficile, ma i risultati di questa ricerca sono importanti in quanto rivelano il ruolo chiave che determinate variabili psicologiche giocano nel contesto del dolore cronico e sottolineano l’importanza di includere tali variabili negli interventi psicosociali nelle persone che soffrono di fibromialgia.

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