Rispondere alla domanda “vi è un legame tra dolore cronico e depressione?” è quasi ovvio per un professionista del settore. In realtà per la psicologia del senso comune è con più probabilità il dolore che crea depressione ma per gli esperti del settore è molto più probabile che possa essere il contrario per i meccanismi neurali coinvolti in entrambi. Personalmente, ritengo che rispondere univocamente a questo dilemma sia una delle maggiori sfide della scienza del prossimo futuro, infatti è difficile dire se sorga prima la depressione o prima il dolore.
Volendo rispondere altresì alla domanda “è la depressione che crea dolore cronico o è il dolore cronico che crea depressione?” è necessario aprire orizzonti a cui la scienza non ha ancora affidato una univoca certezza. Non a caso questo dibattito su depressione-dolore si gioca in fin dei conti da decenni prendendo il nome proprio dal più celebre paradosso: “the chicken-egg debate“.
Ma andiamo per ordine:
il dolore è una spiacevole esperienza, sensoriale ed emozionale, associata con un danno tissutale, effettivo o potenziale, o descrivibile nei termini di tale danno, secondo la definizione della IASP, l’associazione internazionale per lo studio del dolore. Da un punto di vista più relazionale invece il dolore può configurarsi come un lungo e penoso ostacolo all’esistenza che pone l’individuo fuori dal mondo, lo separa dalle sue attività, anche da quelle che amava; affina il senso di solitudine, costringe l’individuo ad una relazione privilegiata con la sua sofferenza;
la depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da un insieme di sintomi che alterano il normale funzionamento della persona compromettendo la sua sfera individuale e sociale ed è la diagnosi più comune nel contesto psichiatrico della medicina generale, presente in circa il 10%-15% dei pazienti.
L’interazione tra depressione e dolore è uno dei fenomeni più significativi a ponte tra la psichiatria e la medicina, ancora forse sottovalutata per l’impatto che ha sia sulla sofferenza di milioni di persone sia sul piano dei costi assistenziali. Dolore e depressione si verificano insieme tra il 30% e il 50% delle volte (in pazienti che presentano apparentemente solo dolore o solo depressione). L’immagine e la tabella sotto, tratte da uno studio del 2009 pubblicato su Frontiers in Bioscience dal titolo appunto “Depression and Pain“, mostrano graficamente quelle che sono le aree cerebrali SIMULTANEAMENTE coinvolte sia nel caso di dolore cronico sia nel caso di depressione. La tabella accanto spiega invece la funzione delle strutture del cervello simultaneamente coinvolte.
Questa è una delle ragioni per le quali trattare il dolore attraverso un approccio interdisciplinare è la strategia vincente. Dunque chi soffre di dolore cronico è bene che si rivolga anche ad un professionista della salute mentale (sia esso uno psicologo o psichiatra) e allo stesso tempo chi soffre di depressione ma con delle problematiche fisiche è bene che si rivolga al proprio medico di base (o curante psichiatra) per poter essere al meglio indirizzato qualora dovesse avere un’esacerbazione di sintomi fisici legati a problematiche dolorose.
Le ipotesi di queste connessioni simultanee sono svariate e con crescenti ricerche, in continua evoluzione, ma saranno trattate in un articolo a parte.
In sostanza, dolore e depressione sono legati tra di loro? CERTAMENTE SI! Ma l’uovo e la gallina dovranno continuare a combattere a lungo per contendersi il podio.
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