Come un giornalista dovrebbe comunicare la notizia di un suicidio

“L’informazione è un diritto, non un diritto cieco. Deve sempre valere il principio di responsabilità da parte del giornalista. Anche la coscienza ha un limite che non viene determinato dalla legge ma dalla coscienza di chi scrive”

Ezio Mauro

Come un giornalista dovrebbe comunicare la notizia di un suicidio…e cosa realmente accade!

Forse non tutti sanno quali siano i risvolti emotivi che attorniano un sopravvissuto al suicidio. Qui ce ne sono elencati alcuni ma la realtà è più complicata, perchè chi sopravvive si nasconde nella quotidianità, spesso continuando a covare in silenzio quel dolore, sentendosi già di per sè responsabile.

La società continuerà a fare il resto.

Infatti non tutti sanno che nel 2008 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato delle Linee guida per i giornalisti, dal titolo “La prevenzione del Suicidio: Suggerimenti per i professionisti dei media“. Riprendo quindi da queste alcuni FOCUS su cui il documento si concentra (in nero e grassetto), aggiungendo accanto una delle ultime notizie di suicidio apparsa su Il Mattino di Padova (in blu e Italico):

  • Evitare il posizionamento della notizia in primo piano;
  • Evitare la descrizione esplicita del metodo di suicidio: […] È riuscito a improvvisare un cappio e si è chiuso in bagno […]
  • Evitare le descrizioni particolareggiate sul luogo dove è avvenuto: […] In via Vendramini, stradina acciottolata alle spalle di piazza Mazzini, nella città del Santo, i residenti sono stati svegliati dalle sirene dei carabinieri verso le 2 di notte. L’unico residente della palazzina storica al civico 10 ha dovuto aprire la porta d’ingresso ai militari impegnati in quello che la centrale operativa aveva catalogato come un salvataggio. Una volta giunti al secondo piano… […]
  • Prestare attenzione all’utilizzo delle parole nel titolo[…] prima di impiccarsi;
  • Prestare attenzione all’utilizzo di fotografie: [vedasi screenshot dell’articolo]
  • L’ultimo messaggio lasciato dal suicida non dovrebbe essere pubblicato: […] «Sono completamente vuoto, mi dispiace per il dolore che lascerò ma l’unica soluzione che mi resta è quella di togliermi la vita» […]
  • Non devono essere divulgate le generalità di chi ha deciso di togliersi la vita e altri particolari che rendano il suicida identificabile: [riportati nome, cognome, età e paese d’origine…]
  • Prestare particolare attenzione per le persone in lutto a causa del suicidio di un parente o conoscente: […] Non si lascia un figlio solo in occasione di una festività come Capodanno se si ha anche il minimo sospetto che possa covare il germe della depressione […]
  • Fornire informazioni sui centri di prevenzione e aiuto: [COME SEMPRE IL VUOTO]

Se dovessimo fare il gioco del #cel’ho #manca (se gioco vogliamo chiamarlo)…nelle notizie che leggo ultimamente allora è tutto #MANCA

In basso gli screenshot della notizia di un articolo apparso su Il Gazzettino (a sinistra) e l’articolo su citato apparso su Il Mattino (a destra).

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Allora, le cautele preventive della deontologia giornalistica sono principalmente due: l’emulazione ed il rispetto. Da professionista so le conseguenze che una notizia mal data provoca in chi resta e la condanna giornalistica del tutto gratuita a fatti o persone (“non si lascia un figlio solo in occasione di una festività come Capodanno se si ha anche il minimo sospetto che possa covare il germe della depressione”) altro non fa che diventare un macigno che appesantisce il già indicibile dolore. Conseguenze che lasciano una ferita indelebile che richiede un duro lavoro. Dunque, abbiamo visto come tra quello che si dovrebbe scrivere e quello che realmente si scrive c’è una voragine…

Dov’è il giornalismo responsabile?
Dove il rispetto finisce per dare spazio alla notizia?
Dov’è l’ordine dei giornalisti nella tutela della persona?

Che la terra ti sia lieve, L.!

 

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