Dal 2010 occupo gran parte della mia attività collaborando con Progetto Soproxi, fornendo supporto a familiari ed amici che hanno perso un proprio caro per suicidio. Dal 2013, per supportare le attività di Progetto Soproxi, abbiamo fondato Soproxi Onlus, di cui sono segretario.
Il suicidio è uno dei più rilevanti problemi di salute pubblica nei Paesi industrializzati e rientra tra le principali cause di morte nella popolazione generale, in particolare nella fascia d’età tra i 15 e i 44 anni (WHO, 2012). Un comportamento suicidario è sempre influenzato da una molteplicità di fattori. Negli ultimi anni si è molto dibattuto di biologia e genetica del suicidio, dimenticando a volte gli apporti degli studi sociologici e psicologici. A tutt’oggi, purtroppo, anche una corretta individuazione dei principali e riconosciuti fattori di rischio del suicidio non garantisce una completa capacità predittiva.
E’ sempre difficile affrontare la morte di una persona cara, ma questo è particolarmente vero soprattutto quando la morte è improvvisa e violenta come può essere nel caso di un suicidio. E’ stato stimato che ogni suicidio colpisce almeno sei altre persone in qualche modo affettivamente legate al suicida ma è molto probabile che questi dati sottovalutino ampiamente la reale percentuale dei sopravvissuti al suicidio, considerando che a volte il suicidio può avvenire in luoghi pubblici, come scuole, uffici, eccetera e interessare persone molto conosciute ed apprezzate (e quindi molto influenti sul piano psicologico e comportamentale).
Il lutto per un suicidio si differenzia da altri tipi di lutto anche per i processi sociali che circondano il sopravvissuto in quanto il suicidio ha un impatto non indifferente sul sistema familiare. Non si può sottovalutare, infatti, l’isolamento sociale al quale vanno incontro i sopravvissuti non solo nella loro comunità di appartenenza, ma anche nel contesto della famiglia stessa. L’isolamento è correlato alla stigmatizzazione e alla colpevolizzazione più o meno esplicita. La sensazione che gli altri siano a disagio in loro presenza li spinge ad allontanarsi ed isolarsi diventando i “luttuati invisibili”.