Terapia del dolore e Cure Palliative

Dal 2012 al 2019 mi sono occupato, per la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), di fornire sostegno ai pazienti che soffrono di dolore cronico e ai loro familiari, svolgendo l’attività di Psicologo nel reparto di terapia del dolore e cure palliative dell’ULSS7 di Conegliano (TV). Ho svolto docenza e formazione per corsi ECM a medici ed infermieri nella stessa ULSS nell’ambito del progetto Ministeriale “Ospedale senza Dolore”. Dal 2016, inoltre, ho collaborato col reparto di Urologia fornendo supporto psicologico ai pazienti con tumore alla prostata e dal gennaio 2017 sono stato psicologo anche per il reparto di Nefrologia e Dialisi.

La Terapia del dolore è l’approccio terapeutico e scientifico alla cura del dolore. Il dolore rende spesso il soggetto inabile sia da un punto di vista fisico sia emotivo. Il dolore acuto relativo a un trauma fisico è spesso reversibile naturalmente. Il dolore cronico, invece, generalmente è causato da condizioni solitamente difficili da trattare.

Il dolore viene definito dalla IASP (Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore) come “una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata con un danno tissutale, effettivo o potenziale, o descrivibile in termini di tale danno”. Il dolore acuto, che è transitorio, si differenzia dal dolore cronico, che diventa uno spiacevole ostacolo all’esistenza e va a modificare il precedente livello di funzionamento, fisico, psicologico e sociale. Mentre il dolore acuto è un sintomo, il dolore cronico diventa una malattia che modifica sovente la qualità della vita di un individuo e che lo costringe ad una relazione privilegiata con la sua sofferenza. Ogni dolore è un evento traumatico che irrompe nella nostra vita in maniera improvvisa, che travolge e spezza la continuità dell’abituale senso di sicurezza psicofisico provocando una perdita dello stato precedente di funzionamento, che sia momentanea (nel dolore acuto) o definitiva (nel dolore cronico); perdita che spesso socialmente si traduce con la perdita del lavoro, delle amicizie, della propria autonomia ed indipendenza, dipende comunque sempre dal grado di disabilità. Mentre il dolore abbraccia il piano fisico di sperimentazione del danno tissutale (l’organo è raggiunto da uno stimolo, che il cervello traduce in dolore), la reazione emotiva alla percezione dolorosa è quella che definiamo con il termine sofferenza, che rende il vissuto maggiormente soggettivo, di maggiore difficoltà sia nella misurazione che nella quantificazione.

Il 15 marzo 2010 il Parlamento Italiano ha emanato una Legge (n. 38/2010) che prevede che all’interno della cartella clinica debbano essere riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito.

Come previsto dalle Linee guida del progetto «Ospedale senza dolore», approvate con l’accordo tra il Ministro della sanità, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in data 24 maggio 2001, le strutture sanitarie hanno facoltà di scegliere gli strumenti più adeguati, tra quelli validati, per la valutazione, la rilevazione e la cura del dolore da un punto di vista multidisciplinare. Da questa esigenza nasce la mia collaborazione.