Nosedive (Black Mirror) e la psicologia

Competizione, ossessione, falsità, paradosso, tecnologia….sono tutte parole chiave che fanno da pilastro a Nosedive (tradotto con Caduta Libera in italiano), primo episodio della terza serie di Black Mirror, rilasciata da Netflix solo lo scorso 21 ottobre.

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Il primo dei sei episodi della terza serie di Black Mirror segue quella che in terza elementare le maestre chiamerebbero “la classica morale”. Black Mirror solitamente lascia aperta ad interpretazioni la storia dei suoi episodi, ma nel primo pare invece come se quest’insegnamento fosse appositamente voluto. D’altronde viene più volte ripetuto da Lacie, la protagonista, che controverte i confini della falsità identitaria tecnologica per recitare la parte dell’ossessione di essere come (e più) degli altri.

Lei dunque dice: “in un mondo in cui ognuno è assorbito dai suoi problemi è facile perdere di vista le cose importanti“. Come darle torto?

Già qualcosa avevo scritto sulle precedenti stagioni, pur poco rispetto ai torrenti di parole che potrebbero sgorgare, sociologicamente e psicologicamente, da questa serie che sembra predire il peggior futuro costruito dall’uomo. Ignaro egli stesso delle conseguenze.

Nosedive, titolo dell’episodio, vuole parlare di un social network il cui rating è un biglietto da visita di accesso alle relazioni. Siamo in un mondo in cui QUALSIASI interazione ed azione viene votata dal prossimo con una stella da 1 (pessimo) a 5 (ottimo) dunque la finzione e l’apparenza è all’ordine del mondo. Un voto che permette di avere accesso ad uno status sociale ben definito. Il proprio punteggio peraltro è visibile a tutti dunque si viene trattati di conseguenza: è così che se hai meno di 3,8 non puoi entrare in un resort con tanto di guardie; “una 2,6 non è ben accetta al matrimonio” (pur della migliore amica, nds).

…un voto che può diventare merce di ricatto e contravvenzione. Infatti Lacie, multata, viene privata di un voto dalla guardia, evento che accende l’ossessione verso il dover guadagnare quel voto a tutti i costi per poter affittare un appartamento a Pelican Cove, residenza esclusiva che richiede un 4,5. Dopo essersi rivolta ad un esperto in strategia per innalzare il suo punteggio decide di partecipare ad un evento pieno di utenti di qualità elevata: bisogna fare colpo su quel ceto per far salire la propria popolarità. Ed è così che il matrimonio della sua amica, pieno di invitati a 4,8 dovrebbe essere il mezzo per giungere al suo fine.

In questo mondo tutto è finalizzato all’accrescimento del proprio punteggio.

Ma qualcosa va storto. La maschera della finzione viene meno e con essa anche i punteggi di Lacie.

Il messaggio è potente.

Da nullatenente (zero punti) viene incarcerata e costretta a dover rinunciare al mondo tecnologico. Rinuncia che fa riapparire la donna umana che è in lei: sentimenti reali, interazioni sane col prossimo, rabbia, pianti, grida. In questa cella di prigione, senza il telefono in mano, si può dire ciò che si vuole, perchè tanto qui nessuno ci giudica.

Ma prima di dover finire in “prigione” ricordiamo, prima che sia troppo tardi, che in un mondo in cui ognuno è assorbito dai suoi problemi è facile perdere di vista le cose importanti.

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