Vi lamentate di un mal di schiena, di una nevralgia, di un mal di testa o di un qualsiasi altro dolore. Nonostante i vari trattamenti il dolore continua, forse già da diversi anni. Avete consultato parecchi specialisti, avete fatto molti esami, qualche volta svariati ricoveri. Avete allo stesso tempo collezionato miriadi di medicinali e persino provato la medicina alternativa.Vi interrogate sulla esatta causa del dolore. Qual è la corretta diagnosi? A chi rivolgersi? Fino a quando si possono stringere i denti ed andare avanti? La continuità di questo dolore può stancarvi, preoccuparvi, rendervi più nervosi, irritabili e demoralizzati. Vi siete sentiti dire “Non ha niente di oggettivo!”, “Il suo dolore è in testa!”, “Il suo dolore ha origini psicologiche/psicosomatiche!”, “Forse lo sta esagerando!”, “E’ immaginario!”, “Andate dallo psichiatra!”. Senza dubbio alcuno vi sentite incompresi, non creduti, da medici e familiari.
…i calmanti fanno poco effetto, talvolta ne abusate, pur di zittire quella carogna che agisce sotterranea.
Tuttavia il dolore continua e per voi è reale. Minchia se è reale!
Se alcune delle osservazioni di questa descrizione vi riguardano allora forse sapete cosa vuol dire avere un dolore continuo e ribelle, altresì detto cronico. Non siete soli. Milioni di persone in Italia soffrono di dolore cronico e milioni di persone affrontano la frustrazione di non riuscire a controllarlo (terapeuticamente). Il dolore cronico è una malattia a tutti gli effetti. Le sue conseguenze agiscono di rimbalzo e lo accentuano. Molteplici circoli viziosi trattengono e amplificano il dolore. Pensate al dolore come ad un semaforo, è un segnale rosso che vi intima di fermarvi. In fondo è una chiave di lettura reale, il dolore è un segnale d’allarme che testimonia una lesione o un trauma, oltre che una disfunzione del sistema di percezione del dolore.
Che azioni intraprendere? Che soluzioni augurarsi? Fate così (oltre a leggere i miei precedenti articolo sul dolore raggiungibili dall’archivio):
- Rivolgetevi al vostro medico di famiglia e parlatene apertamente;
- Fatevi prescrivere una visita presso un centro di Terapia del dolore (OGNI ULSS ha la propria!!!);
- Parlate apertamente del vostro dolore col medico antalgico (spesso un anestesista);
- Chiedete senza indugio l’affiancamento di uno psicologo (se è contemplato nel servizio ambulatoriale!) o rivolgetevi ad un professionista privato;
- Chiedete altresì di poter far parte di gruppi di sostegno per pazienti con dolore cronico (se contemplati nel servizio ambulatoriale!) o cercatene in privato;
- Non abbiate timore di farvi vedere sofferenti!
E ricordate che #guariresipuò