Un terapeuta di coppia legge “Terapia di coppia per amanti”

Devo dire che ho atteso a lungo l’uscita di questo libro di Diego De Silva. Vuoi per curiosità, vuoi perchè mi ero particolarmente affezionato al Vincenzo dei precedenti scritti. E al di là di tutto, Vincenzo Malinconico e Modesto Fracasso lasciano ai loro nomi il compito di rivelare tratti della loro personalità (fallito e insicuro il primo, casinista e narcisista il secondo).

Senza svelare ciò che sarà “Terapia di coppia per amanti”, c’è da dire che il titolo più azzeccato poteva essere “dinamica di coppia tra amanti”, dato che la terapia (o il tentativo di terapia) inizia oltre la metà del libro. Ad ogni modo già dall’incipit del libro si può capire come De Silva abbia voluto sancire il significato “pessimistico” che attribuisce all’amore, quello esasperato dai legami sanciti dal contratto, quando cita una frase attribuita a Gianlorenzo Spedicato:

“Se fosse vero amore non mi chiederesti di sposarti”

E’ un pò l’esasperazione del rapporto che si trova in  Eric Schmitt, l’autore della piece teatrale “Piccoli crimini coniugali“, quando afferma “se vedete un uomo e una donna davanti  al sindaco o al prete, chiedetevi chi dei due sarà l’assassino“.

piccoli crimini coniugali

Già nella prima pagina del libro assistiamo ad una prima definizione di amante: “un fazzoletto di terra a statuto speciale dove abbandonarti ai tuoi desideri più essenziali, provvisoriamente esentato dalle molteplici rotture di coglioni che ti ammorbano l’esistenza quotidiana”. “L’amore, invece, mi disse l’Erich Fromm dei puttanieri, esiste per fare felice la gente, mica per mandarla in giro con la faccia da cani mazziati“.

In questo paradosso pulsionale e passionale, Modesto ci spiega bene cosa per lui significhi amare, ossia “stare bene con una persona senza rotture di coglioni“, e ce lo mostra in questa frase: “di tutte le rotture di coglioni di cui ho fatto esperienza nella vita, la più letale in assoluto, è la chiavata-segue dibattito. Se me la proponesse in anticipo la più celebre delle modelle di Intimissimi, dicendomi: “Senti, te la do però poi parliamo” sarei capace di rispondere “No, grazie“.

Nonostante il suo cinismo, maschera sul viso per sopravvivere alle emozioni, Modesto Fracasso danza con Viviana lungo tutto il libro su un riflesso condizionato alla segretezza (la condizione di amante) che rende inizialmente il carburante alla relazione ma poi inizia a diventare per i due amanti motivo di pesantezza. Stanchezza che porta Viviana alla proposta di una terapia di coppia, vista come la panacea di tutti i mali, anche di quelli poco istituzionalizzati e secretati. Ed è su questo interessante paradosso che si è costruita la fortuna del libro: qual è il legame da sistemare? Quello tra le coppie “ufficiali” o quello tra la coppia di amanti? Se la seconda, perchè allora non uscire allo scoperto e costruire una relazione alla luce del sole? Il libro racconta forse, alla fin fine, i problemi che ha la nostra società nel prendersi delle responsabilità, nella decisione della codardia e del vivere una vita da “Modesto”.

Ecco, un errore di fondo che ho trovato nel libro è il messaggio di una terapia a scopo unicamente ripartivo. Come dire “abbiamo dei problemi di coppia, andiamo in terapia a risolverli”. Lineare come discorso ma non esaustivo. Si va in terapia anche per mollarsi, o perlomeno per imparare a farlo, non solo e necessariamente a ristabilire un equilibrio. Se il fine ultimo della terapia è sempre e solo il restare assieme è il terreno fertile per il fallimento. In fondo solo quando puoi ammettere la possibilità che una relazione possa finire sei pronto ad accettare che quella relazione possa essere vissuta. E’ in fondo su questo sottile legame che si dipana il gioco tra la dipendenza e l’indipendenza affettiva.

Ma chi è questo dottor Malavolta scelto dalla non-coppia? La rappresentazione tipica dell’analista da salottino tv, di cui non si capisce se sia più grande la competenza o il narcisismo. Egli stesso incasinato nella sua vita, pregiudizio mediatico dello strizzacervelli dei giorni d’oggi.  Malavolta accoglie i due disperati per qualche seduta in cui, forse come tentativo di De Silvia di rendere paradossale la situazione, forse come tentativo di contrappasso, egli stesso cade nell’errore e nel coinvolgimento – chiamiamolo – poco professionale, della propria vita privata. Già lo si intravede da subito, ma appare più evidente quando l’accostamento tra i problemi della coppia e i problemi personali dell’analista diventa tale da essere un parallelo della loro relazione terapeutica, che lascia spazio al paradosso del rovesciamento dei ruoli.

E’ così che quasi la terapia di coppia per gli screzi delle amanti diventa quella fatta da Modesto Fracasso al suo analista.

Un libro di paradossi, dai battiti regolari (la coppia Modesto-Viviana) e irregolari (loro con i loro rispettivi partner), di passioni, pulsioni e razionalità. Il tutto sfocia in equilibri e disequilibri tipici delle coppie, ma di ampio respiro e tuttavia pieni di speranza.

Insomma, per dirla con Modesto, cerchiamo di prendere dai rapporti il meglio che riusciamo, ed evitare la faccia da cani mazziati.

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Di seguito la sinossi del Libro tratta dal sito dell’editore

Terapia di coppia per amanti è un romanzo a due voci, maschile e femminile, che si alternano a raccontare la loro storia mentre la vivono, perché «ci sono fasi dell’amore in cui la realtà diventa un punto di vista, generalmente quello di chi lo impone». Due adulti sposati (non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. È combattuta fra restare amante e alleviare così le infelicità matrimoniali o sfasciarsi la vita per investire in un’altra. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo nell’autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto dall’analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale, libera da vincoli matrimoniali e familiari, che non ha nulla da perdere al di là del proprio amore. Accetterà l’incarico per questa ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale. Tenero e cinico, divagante, vero, capace di usare la leggerezza come arma contundente, Terapia di coppia per amanti è un’immersione nelle complicazioni dei sentimenti, nei conflitti che apriamo continuamente per la paura (che tutti conosciamo per averla provata almeno una volta) di affidarci all’amore e dargli mandato a cambiarci la vita.

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